La battaglia di Calatafimi - In questo luogo si pose la prima pietra dell'Italia unita - Sito archeologico di Pianto Romano

Arrivando in questo luogo colpisce la meravigliosa vista: ci si trova su una collina dalla quale si gode una visuale a 360° su tutto il circondario.
Usando un po' di fantasia e lasciandosi suggestionare dal posto, sembra quasi di udire i rumori della ormai divenuta celebre battaglia di Calatafimi, la prima battaglia tra le mille camicie rosse di Garibaldi e l'esercito borbonico, che causò ben 62 morti e 126 feriti tra le fila dei garibaldini, e 62 feriti e una trentina di morti tra i soldati borbonici.
Sacrario Il Sacrario che accoglie i visitatori sottolinea la solennità del luogo, ne incute quasi un timore reverenziale; fermarsi a riflettere che quel luogo fu teatro di una cruenta battaglia dove si è fatta la storia d'Italia lo rende ulteriormente suggestivo.

Non vogliamo entrare nel merito della controversa vicenda legata alla battaglia del 15 maggio 1860, non siamo degli storici, ci limitiamo a raccontare le nostre sensazioni e le nostre emozioni. Certo è che pensare di visitare un sito meraviglioso dove circa mille uomini, male equipaggiati e poco esperti di battaglie, ma animati dalla voglia di battersi per la propria libertà, abbiano avuto la meglio su un esercito regolare, tre volte superiore per numero di uomini, e molto ben equipaggiato, non fa che accrescere il fascino di questo luogo.
"Chianti di Rumanu" (la zona prendeva il nome da un vigneto di proprietà della famiglia Romano), italianizzato successivamente in Pianto Romano, così si chiama la località in cui furono seppelliti, in una fossa comune, i circa cento morti, tra garibaldini e borbonici, vittime della battaglia perlopiù svoltasi alla baionetta.
32 anni dopo la battaglia, nel 1892, venne realizzato un obelisco commemorativo, ad opera dell'architetto siciliano Ernesto Basile, che oggi custodisce le ossa delle salme ritrovate, oltre ad essere sede di un piccolo museo gestito dall'associazione cultuarle "Segesta nel Sogno".
È un affascinante tuffo nella storia d'Italia, tra arte cultura e natura. Chiudiamo questa nostra testimonianza con le parole dell'eroe dei due mondi postume alla battaglia.

«Calatafimi, avanzo di cento pugne, se all’ultimo mio respiro gli amici mi vedranno sorridere per l’ultima volta di orgoglio, sarà ricordandoti: poiché io non rammento un combattimento più glorioso» (Giuseppe Garibaldi)