Cosa Visitare
Il Municipio ha sede in un elegante complesso architettonico, ex convento francescano. Acquisito dal Comune dopo l’unità d’Italia, fu ristrutturato agli inizi del novecento, su disegno dell’ing. Giuseppe Gafà, in elegante stile Liberty, in sintonia col vicino prospetto neoclassico della Chiesa di S. Francesco (fine secolo XIX).
In piazza Duomo troviamo la chiesa Madre di Santa Maria La Nova, con il suo prospetto rinascimentale e una ricca esposizione di dipinti al suo interno; nella parte medievale troviamo la chiesa di San Giovanni Battista; nelle vicinanze sorgono chiesa e convento di Santa Maria del Gesù (XVII sec.) e l'Arco dell'Annunziata, l'unica delle porte dell'antica cinta muraria di Chiaramonte visibile fino ai giorni nostri.
Interessante da visitare è la
Villa Comunale, realizzata alla fine dell’Ottocento, dalla quale è possibile ammirare la campagna ragusana dall’alto fino al mare, e, alle spalle, l’Etna.
Santuario della Beata Maria Vergine
Nella vallata sottostante, nel sito dell’antica Gulfi, sorge il rinomato Santuario della Beata Maria Vergine, nel quale coesistono la parte paleocristiana, l’ampliamento medievale e la ristrutturazione settecentesca.
All’interno la statua della Madonna con bambino, molto venerata dai chiaramontani: la Vergine di Gulfi è, infatti, la “Patrona Principale e Regina di Chiaramonte Gulfi”.
La Pineta di Chiaramonte Gulfi
In alto, sulla montagna sovrastante l’abitato, si estendeva una rigogliosa pineta, impiantata nel 1936, purtroppo devastata da un vastissimo incendio nell’estate del 2017.
I Musei di Chiaramonte Gulfi
Chiaramonte Gulfi vanta la presenza di ben 7 interessanti musei, dei quali 5 collocati nel settecentesco Palazzo Montesano:
Museo di arte sacra
Il museo si sviluppa su quattro sezioni espositive: il rito religioso, l'arte plastica, la pittura, l'arredo e il rivestimento ceramico. Vi sono custoditi paramenti e arredi sacri, sculture in terracotta e “statuine” del Presepe Etnografico degli Iblei, tele che riproducono gli interni delle Chiese di San Giovanni Battista, del SS. Salvatore, di San Vito e del Santuario di Gulfi, e una collezione di ceramiche del notissimo ceramista calatino Giacomo Alessi.
Museo dei cimeli storico-militari
La raccolta supera i mille reperti. I cimeli custoditi abbracciano momenti tragici ed eroici dei nostri soldati, nelle trincee del Carso o sui campi di battaglia d'Africa, della Grecia, della Russia. I periodi più ricchi di reperti restano la prima guerra, l'epoca fascista e il secondo conflitto mondiale: copricapo militari, elmetti, uniformi militari, maschere antigas, sciabole, mine, bombe a mano, un cannone e altri cimeli, raccolti nel tempo dal fondatore e curatore del museo, oltre che appassionato, Emanuele Gulino.
Museo del ricamo e dello sfilato siciliano
Nel museo sono ricostruiti, con suppellettili, mobili, fotografie e preziosi strumenti artigianali, gli ambienti in cui vengono creati i preziosi e sempre più rari ricami dello sfilato siciliano. Vi è custodito un telaio in legno, attrezzi per il ricamo e una collezione di oltre duecento pezzi fra tende, tovaglie, asciugamani, paralumi e paramenti sacri, eseguiti con le pregiate tecniche dello sfilato 400, 500 e 700.
Casa Museo Liberty
I preziosi oggetti esposti provengono da una collezione privata e comprendono porcellane e manufatti in vetro realizzati da artisti come René Lalique, Legras, Calderoni e mobili realizzati su disegno di Ernesto Basile e di Carlo Zen.
Museo ornitologico
È una raccolta di oltre 600 esemplari, alcuni rari e significativi per l'ornitologia siciliana, altri rarissimi per l'Italia e alcuni estinti. Fra i pezzi da ammirare, Corvi, Ghiandaie, Gazze, Civette, Barbagianni, Gufi, Poiane, Falchi, Aquile, Avvoltoi, Grifoni, Pellicani e Cormorani, tutti perfettamente imbalsamati e in ottimo stato.
Museo degli strumenti etnico-musicali
L’esposizione contiene ben 600 strumenti musicali provenienti da tutte le parti del mondo, appassionatamente raccolti dal compianto Duccio Belgiorno. Molti sono reperti rari, a volte unici: due flauti ricavati da “tibie umane” e splendidamente intarsiati, un membranofono che utilizza calotte craniche “umane” come cassa armonica, tutti provenienti dal Tibet; strumenti etnico-tribali, provenienti da zone remote dell'Africa centrale, dell'Asia, delle Americhe; pezzi provenienti da Kenya, Rhodesia, Botswana, Zimbabwe; balalaike provenienti da paesi slavi; birimbao dal Brasile; tre sytar indiani, e centinaia di altri esemplari.
Museo dell’olio
Il museo è accolto nei bassi del Palazzo Montesano, con le volte a botte; in questi ambienti si susseguono strumenti di tecnologia estrattiva dell'olio di oliva. Una pressa del 1614, una mola in pietra, giare, strumenti di misura dell'olio, oliere, strumenti agricoli antichi, corbelle d'epoca, panieri, forbici in ferro per potatura e numerosissime suppellettili varie.