La Storia
Affacciata sul Mar Ionio, il suo centro storico è un’isola, collegata alla terraferma attraverso due ponti, uno, intitolato a Federico II di Svevia, costruito nel XX secolo, e l’altro risalente alla dominazione spagnola.
Il primo nucleo abitativo risale alla preistoria: si dice che in questo sito sorgesse Xiphonia, ma non si sa se fosse una vera e propria città o un semplice villaggio di pescatori.
La città fu fondata nel 1232, nei pressi del sito dell’antica Megara Hyblaea, dall’imperatore Federico II di Svevia, che la chiamò Augusta Veneranda e vi costruì un grosso castello su un promontorio di circa 30 m nella parte nord. Alla morte dell’ultimo imperatore svevo, Augusta venne occupata dagli Angioini e, in seguito ai Vespri siciliani, subentrarono gli Aragonesi, dominio che durerà per quattro secoli.
Nella prima metà del XIV secolo divenne feudo dei Moncada e intorno al 1560 tornò al demanio. Risalgono a questo periodo i primi interventi di fortificazione: dal taglio dell’istmo (il suo centro storico era infatti una penisola) alla costruzione di bastioni e di forti.
L’arrivo dell’ordine dei Cavalieri di Malta, nel XVII secolo, che qui costruirono un grande forno per la produzione di biscotti, portò benessere alla città. Nel gennaio del 1693 la città venne rasa al suolo dal terremoto, ma si risollevò in pochissimi anni. Nel periodo dal passaggio dai Borboni fino all’unità d’Italia Augusta vide un lento declino.
Per la collocazione strategica del suo porto, nei pressi della città nel 1917 iniziò la costruzione di un hangar per dirigibili in cemento armato, che venne però ultimato a guerra finita. Nel 1925, tramontata l’epoca dei dirigibili, tutta l’area viene inglobata nell’idroscalo della appena nata Regia Aeronautica.
Nella seconda guerra mondiale era una delle principali basi della Regia Marina, e fu uno dei porti di sbarco delle forze anglo-americane. Nel 1943 la città subì un bombardamento che causò danni e molti morti.
Nel 1949 nacque la prima raffineria petrolifera, alla quale seguì una selvaggia industrializzazione della costa negli anni ottanta del XX secolo. Ancora oggi buona parte dell’economia di Augusta è basata sulle industrie petrolchimiche.
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Chiesa di San Domenico
È dedicata a san Domenico di Guzman, patrono della città. La prima edificazione della chiesa risale al 1219, ma nulla si sa dell’aspetto che avesse.
In seguito alle invasioni turco-ottomane, la chiesa fu incendiata e rasa al suolo nel 1551 e riedificata assieme al convento nell’arco di trent’anni.
Rasa nuovamente al suolo a causa del terremoto e del conseguente maremoto nel 1693, fu ricostruita in due anni. Danneggiata gravemente dal sisma del 1848, nel 1876 iniziarono i lavori di costruzione di una nuova chiesa in stile neoclassico. Chiusa dal 1981 per inagibilità, subì ulteriori danni in seguito al terremoto del 1990 e solo recentemente è stata ristrutturata. È stata riaperta al culto nel 2007.
La facciata è in stile neoclassico, a due ordini, con quattro colonne corinzie, arricchita da uno splendido portale centrale e da un bassorilievo con lo stemma dei Domenicani. La torre campanaria, a pianta quadrangolare, è a tre ordini.
L'interno è ad unica navata, con cinque archi per lato raccordati da colonne corinzie e la volta arricchita da parti colorate in verde acqua. L'abside è divisa da altre cinque colonne dello stesso stile.
Fra le opere in essa custodite troviamo un pregevole pulpito in legno, due dipinti settecenteschi che ritraggono la “Madonna del Rosario” e i “Santi Domenicani”, una statua di cartapesta raffigurante la “Crocifissione di Cristo”, un trittico e la Statua di “San Domenico”, indubbiamente l’opera più importante tra tutte.
Annesso alla chiesa è il convento, che fino al secolo scorso ospitò i padri domenicani. Quando i religiosi si trasferirono a Lentini, i locali furono adibiti ad alloggi e depositi militari. Dopo l'Unità d'Italia, in seguito alla confisca dei beni ecclesiastici da parte dello Stato, la struttura ospitò uffici pubblici e scuole.
Abbandonato per un lungo periodo, recentemente l'intero convento è stato sottoposto a lavori di ristrutturazione.
Chiesa di Santa Maria Assunta (Chiesa Madre)
È la chiesa principale di Augusta e si trova in piazza Duomo. La chiesa attuale fu edificata sulle rovine della chiesa crollata in seguito al terremoto del 1693.
Il prospetto è su due ordini: il primo ordine presenta tre aperture, sul secondo ordine si apre la finestra della cantoria e le tre aperture con balconcini in ferro battuto della cella campanaria.
L'interno è a croce latina con tre navate e volta a botte sostenuta da pilastri.
Vi sono custodite numerose tele e statue, un coro in legno, un battistero con bassorilievo in maiolica raffigurante il battesimo di Gesù, un settecentesco organo con cantoria.
Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio
Fu distrutta dal terremoto del 1693 e ricostruita nel 1699. È consacrata a Santa Maria della Provvidenza e anche a San Nicolò. La denominazione è attribuibile alla Confraternita dei Bianchi che vi risiedeva, che aveva il compito di suffragare l’anima dei defunti. Infatti, la pala dell’altare maggiore raffigura San Nicolò e la Madonna del Suffragio che consolano le anime del Purgatorio.
Seriamente danneggiata dal terremoto del 1990, è stata restaurata e riaperta al culto.
La facciata, leggermente convessa, è di un pregevole barocco, rovinata da un campanile neoclassico aggiunto a metà Ottocento.
La chiesa è ad unica navata, con gli interni spogli ma eleganti. Vi sono custoditi un crocifisso ligneo, un simulacro della Madonna della Provvidenza, una statua lignea della Madonna dell’Idria, alcuni ex voto e la pregevole pala posta sull’altare maggiore.
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Porta Spagnola
L’accesso al centro storico di Augusta avviene attraverso la cosiddetta Porta Spagnola, edificata nel 1681 dagli Spagnoli per resistere agli assedi dei pirati turchi.
Era l'ingresso principale alla città, a cui si arrivava tramite due ponti levatoi.
Modificata più volte nel corso dei secoli, ha mantenuto intatta solamente la parte superiore, dove sono presenti due grifoni rampanti, che sorreggono una cornice, sormontata dalla corona di Carlo II di Spagna.
Castello Svevo
Poco oltre la porta si erge il Castello Svevo, un’imponente fortezza eretta intorno a una più antica torre normanna fra il 1232 e il 1242.
Nel XVII secolo furono aggiunti i bastioni e nel 1890, essendo stato adibito a carcere, furono edificate le celle sopra il portico. Funse da penitenziario fino alla metà del Novecento; dismesso, è oggi chiuso al pubblico per pericolo di crolli.
Forti Garcia e Vittoria
All'interno del porto affiorano due isolette su cui sono stati edificati, nel 1567, il Forte Garcia e il Forte Vittoria, a difesa del porto e della città.
Nel corso dei secoli successivi furono adibiti a galere e successivamente, durante l’epidemia di peste del 1700, a lazzaretto.
Nel 1836, durante un’epidemia di colera, furono usati come ospedale, oltre che carcere, e dopo l’Unità d’Italia divennero magazzini militari e polveriera.
Dal 1950 sono stati lasciati in un pietoso stato di abbandono, fino al recente restauro di Forte Vittoria, rimasto comunque chiuso al pubblico.
Torre Avalos
Il Forte fu edificato nel 1570 su una secca, all'ingresso del porto di Augusta; aveva la funzione di difesa, con i suoi quaranta cannoni, e di avvistamento e segnalazione, con la sua torre elicoidale munita in cima di una lanterna.
La Torre fu distrutta nel 1678 dai Francesi e riedificata nel 1681 dagli Spagnoli, per essere nuovamente rasa al suolo durante il terremoto del 1693.
Nel 1823, in seguito allo scoppio accidentale della polveriera, il Forte fu parzialmente distrutto e mai più ricostruito. Rimase in piedi la Torre. Durante la seconda guerra mondiale fu silurata e mitragliata.
Negli anni Cinquanta si costruì un ponte in legno per collegarla alla terraferma. Fu utilizzata dalla Marina Militare per diversi scopi fino agli anno ’90, da allora è in completo stato di abbandono, così come il ponte per raggiungerla, fatiscente e inagibile.
Hangar dirigibili
Circondato da un parco di eucalipti, fu costruito in cemento armato fra il 1917 e il 1920 e rappresenta un lavoro di ingegneria avveniristico per quegli anni.
Fu edificato per difendere il porto e la città dai sommergibili nemici durante il primo conflitto mondiale, ma fu ultimato a guerra ormai finita. Ospitò due dirigibili progettati da Umberto Nobile, ma nel 1925 venne convertito in idroscalo.
Utilizzato fino agli anni Cinquanta e poi abbandonato a se stesso, nel 1987 venne dichiarato "opera di alto interesse storico-monumentale”. Con la sua massiccia struttura, resistette al forte terremoto del 1990.
Affidato alla cura dei volontari di un’associazione, oggi appartiene al Comune di Augusta ed è chiuso per motivi di sicurezza.
Nei dintorni...
Megara Hyblaea
A pochi chilometri da Augusta sorge Megara Hyblaea, antica colonia greca fondata intorno al 700 a.C. Fu distrutta dai siracusani nel 281 a.C. e rifondata successivamente, nuovamente distrutta dai romani e mai più ricostruita.
Venuta alla luce in seguito ai lavori per la costruzione della ferrovia nel 1867, subì una massiccia campagna di scavi: furono rinvenute una necropoli contenente circa un migliaio di tombe, le fortificazioni, l’agorà, i bagni ellenistici, l’heroon, tracce delle mura di cinta, i resti di un tempio in stile corinzio e di una decina di case.
I numerosissimi reperti recuperati durante le campagne di scavo sono esposti nel Museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa.
Brucoli
A circa 5 km da Augusta la suggestiva baia di Brucoli e l’omonimo borgo marinaro.
Oltre allo splendido mare e le magnifiche scogliere, sono presenti numerose grotte, tracce di un villaggio neolitico e la piccola Chiesa di Adonai, che include una grotta dove è dipinta una delle più antiche immagini della Madonna con Bambino e un piccolo ipogeo con tombe greche e preistoriche.
Appena oltre la scogliera è possibile visitare il Castello della Regina, una fortezza difensiva spagnola, e la salina antica, oggi trasformata in un’oasi naturalistica.
Ultimamente a Brucoli si è sviluppato il settore del turismo, grazie alla presenza di un villaggio turistico, il "Brucoli Village" (ex Valtur).